mercoledì 10 agosto 2011

Che cos'è il business plan del franchisor?

Il potenziale franchisor, una volta a completa cognizione dell’attività in franchising che intende sviluppare e delle zone interessate per aprire punti vendita, avrà bisogno del business plan che consiste nell’analisi economica e finanziaria dell’attività stessa. Tale analisi fornirà informazioni relative alla redditività di un nuovo punto vendita per il futuro franchisee in ordine alle potenzialità del mercato; questa stessa informazione servirà all’azienda per verificare se è fattibile lo sviluppo attraverso il franchising del suo marchio e per adeguarsi all’eventuale crescita della rete.
Il potenziale franchisor, con tutti questi dati alla mano, potrà decidere a ragion veduta se è conveniente per lo sviluppo della sua attività creare una rete in franchising. Se intraprende la via del franchising, dovrà essere consapevole dei vantaggi e svantaggi che il sistema comporta.
Per quanto riguarda i vantaggi, il primo e più noto è nella possibilità di aprire nuovi canali di distribuzione dei suoi prodotti o servizi con risorse finanziarie e umane limitate: saranno, infatti, a carico dei franchisee tutti i problemi relativi all’apertura dei punti vendita dove saranno venduti i suoi prodotti o servizi.
Con questo sistema l’azienda riesce a controllare al meglio la distribuzione del prodotto o servizio fino all’utente finale, oltre ad avere minori spese di gestione. Altri vantaggi derivano non solo dagli introiti ricavati dall’uso delle insegne e dalla vendita ai franchisee, ma dalle royalties e dalla pubblicità, altri ancora dalla specificità del rapporto di franchising: il franchisor ed il franchisee sono due personalità giuridiche ed economiche distinte ed indipendenti, ognuno di loro assume le proprie responsabilità di fronte ai loro dipendenti con la conseguente riduzione dei rischi di lavoro e rispetto a tutti gli adempimenti di legge.

Peraltro, anche le reti in franchising possono presentare degli svantaggi per il potenziale franchisor: il primo deriva dal fatto che non sarà lui in prima persona, ma il franchisee a gestire il punto vendita e quindi il potenziale franchisor non avrà il controllo totale sull’operato del franchisee. Per ovviare a ciò nella misura del possibile, nella complessa regolamentazione del rapporto franchisor / franchisee saranno il contratto di affiliazione e il manuale operativo della rete a garantire al franchisor quel controllo necessario per far sì che la rete funzioni con diligenza e senza spiacevoli sorprese. Esiste anche un altro aspetto svantaggioso per il potenziale franchisor, quello che deriva dell’inesperienza nella gestione di una rete in franchising, ecco perché è consigliabile la presenza di un esperto in materia di franchising di massima professionalità e fiducia che lo possa affiancare nella creazione e sviluppo della rete stessa. I consigli di un esperto possono far risparmiare spese e problemi al neo franchisor, spese e problemi che graveranno inevitabilmente nel bilancio finale al posto dei guadagni.
Dopo aver realizzato l’analisi di fattibilità ed aver calcolato tutti i pro e contro, l’azienda potrà decidere se sviluppare o meno il suo marchio in franchising. Nel caso decida per lo sviluppo in franchising, dovrà preparare la documentazione necessaria per poter agire in quella direzione con le garanzie opportune di una rete solida e competitiva. Quattro sono i tipi di documentazione necessaria per un progetto in franchising.

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