giovedì 22 settembre 2011

Abbi cura dei dettagli

In un sistema di affiliazione commerciale sono i dettagli a fare la differenza.
Prima di firmare un contratto devi aver cura di leggere con attenzione tutte le clausole anche quelle in calce o scritte in piccolo.
Verifica l’accuratezza del manuale operativo e del sistema software che viene adottato.
Conosci con attenzione e preventivamente le modalità di apertura e di rilascio delle autorizzazioni.
Valuta precisamente l’investimento iniziale e la tua capacità di farvi fronte.

mercoledì 21 settembre 2011

Adotta un'ottica di medio termine

Nessun progetto può registrare ottime performance nel breve periodo.
Diffidate da chi propone ritorni immediati dell’investimento e grosse opportunità di profitto nel breve periodo.
Fare impresa non è semplice e la parola stessa rende chiaro il significato dei sacrifici delle rinunce e della dedizione che occorre affinché si possa raggiungere il successo.

martedì 20 settembre 2011

Non avere ripensamenti

Una volta scelto un progetto e concluso un contratto con un franchisor non pensarci più. E’ inutile che tu stia a rifinirla, a rigirarla, a rimuginarci sopra: non pensare che il sistema di cui hai deciso di far parte sia perfetto ma nello stesso tempo non focalizzarti eccessivamente sulle cose negative.
Quando hai deciso non cambiare strada.

lunedì 19 settembre 2011

Rivolgiti ad un professionista

Molte volte nella valutazione di un progetto mi è capitato di confrontarmi con potenziali affiliati che si facevano assistere da commercialisti o avvocati di loro fiducia.
Il mondo del Franchising vuole però una preparazione tecnica specifica e molte volte le persone che si definiscono competenti non hanno nessuna preparazione in materia. Un professionista ben preparato è difficile da trovare ma non impossibile ecco perché bisogna essere molto selettivi nella ricerca.
Se vuoi dei veri consigli non esitare a procurarteli anche a pagamento è meglio investire piccole somme per avere ottimi consigli evitando grossi errori di cui potremmo pentirci in futuro, società specializzate e siti specifici senza finalità commerciali possono essere la soluzione.

domenica 18 settembre 2011

Investi solo in progetti di cui hai capito a fondo l'andamento gestionale

Nella scelta di un progetto molte volte se ne trascura una delle attività fondamentali. La gestione per l’appunto.
Conoscere nel dettaglio come gestire l’attività attraverso interviste degli affiliati già presenti è il modo migliore per raccogliere elementi come le ore di lavoro dedicate, i costi effettivi, il personale impiegato, l’incidenza effettiva di oneri finanziari e quella delle imposte e tasse.

sabato 17 settembre 2011

Non metterti in affari con persone di cui non ti fidi

Come regola è ovvia: non ci mettiamo in affari con le persone di cui non ci fidiamo. C’è forse altro da aggiungere? Se proprio devo, allora specifico che, quando diciamo persone intendiamo che nel sistema franchising partecipano tanti attori e tutti proprio tutti devono ispirarci fiducia o è meglio prendere tempo per decidere. La fiducia è alla base del rapporto di affiliazione.

venerdì 16 settembre 2011

Devi sapere da dove parti

Prima di intraprendere il viaggio dobbiamo capire dove ci troviamo.
Come prima cosa, dobbiamo procurarci le provviste per affrontare una nuova avventura e quindi è fondamentale capire se le fonti finanziarie sono sufficienti non solo per la realizzazione del progetto ma anche per la fase iniziale di start up.
Bisogna conoscere nel dettaglio il percorso formativo da affrontare affinché si possa conoscere bene le attività da svolgere sarà anche importante avere a disposizione un manuale operativo da poter consultare.

giovedì 15 settembre 2011

Impara ad intervistare alri affiliati

Una volta entrati in un sistema franchising stranamente si tende all’isolamento.
Invece è fondamentale chiedere a tutti gli altri affiliati cosa fanno e quali sono i motivi del successo.
Impariamo ad identificare le buone abitudini e a diventarne vittima.
Il successo di un’attività non è un risultato scontato ma la conseguenza delle nostre azioni.

mercoledì 14 settembre 2011

Non pensare che il franchising sia la soluzione: diventerà il problema

Entrare in un sistema in genere porta a due ipotesi come conseguenza.
Avere successo
Non rispondere alle aspettative.
In entrambi i casi le regole ti staranno strette.
Se hai successo sarai tentato a fare di testa tua e si concretizzerà il paradosso dell’efficienza, sono io ad essere bravo e non il sistema di cui faccio parte.
Nel caso contrario quando l’affiliazione non risponde alle aspettative iniziali si tende ad addossare tutte le colpe al franchisor trascurando il fatto che siamo noi gli attori principali del sistema e che dobbiamo considerarci degli imprenditori.

martedì 13 settembre 2011

Stabilisci lo scopo per cui decidi di affiliarti

Sappi che non esistono progetti giusti o sbagliati.
Se decidi di affiliarti è opportuno stabilire quale sia lo scopo per cui hai deciso di farlo.
A volte ci sono discriminanti come il totale dell’investimento o l’oggetto dell’attività.
E’ opportuno però che si definisca uno scopo serio per poi capire una volta effettuata la scelta se essa soddisfi lo scopo iniziale.

lunedì 12 settembre 2011

La pigrizia è nemica del franchising

La maggior parte delle persone che decidono di affiliarsi sono convinti che questo voglia dire risparmiarsi in un’attività. Il fatto è che molti, semplicemente, non hanno voglia di compiere la fatica necessaria, perché sono convinti che acquisire una conoscenza sia garanzia di successo. Fare impresa in prima persona vuol dire impegnarsi ogni giorno e soprattutto dedicarsi all’attività in modo costante.

domenica 11 settembre 2011

Definisci le caratteristiche a monte

Se ogni mattina esci di casa per recarti al lavoro tu stabilisci le seguenti cose:
a che ora uscire di casa
a che ora prevedi di arrivare
quale percorso scegliere
che cosa farai una volta arrivato prioritariamente.
Se vuoi investire in un progetto franchising è utile che tu definisca alcune caratteristiche in modo prioritario:
La tua capacità massima di investimento
La necessità o meno di partecipare in prima persona all’attività.
Il grado di sacrificio a cui vuoi sottoporti
Che tipo di franchising sia più confacente al tuo profilo

sabato 10 settembre 2011

Il franchising è un'opportunità

Entrare in un progetto vuol dire concedersi un opportunità di successo, prima di farlo verifica che altri che fanno parte del sistema stiano godendo di questo.

venerdì 9 settembre 2011

Quali sono i criteri per supportare una rete franchising?

Franchising manager è il crocevia tra franchisor e franchesee. Fondato da famosi esperti di reti di punti vendita. Il Portale permette a voi, candidati franchisee, di definirvi meglio e quindi sapere meglio per quale tipo di franchising siete portati
- ai franchisor di capire rapidamente il profilo del candidato
- al sistema expert di franchising manager di mettere a confronto i profili dei candidati  e quelli richiesti dai franchisor
Non dimenticate di precisare alla fine del questionario se volete:
- mantenere il profilo riservato solo per voi
- inviarlo ad un franchisor
- farlo analizzare da franchising manager che vi indicherà i franchising compatibili

giovedì 8 settembre 2011

Che cos'è Franchising manager?

Franchising manager è il crocevia tra franchisor e franchesee. Fondato da famosi esperti di reti di punti vendita. Il Portale permette a voi, candidati franchisee, di definirvi meglio e quindi sapere meglio per quale tipo di franchising siete portati
- ai franchisor di capire rapidamente il profilo del candidato
- al sistema expert di franchising manager di mettere a confronto i profili dei candidati  e quelli richiesti dai franchisor
Non dimenticate di precisare alla fine del questionario se volete:
- mantenere il profilo riservato solo per voi
- inviarlo ad un franchisor
- farlo analizzare da franchising manager che vi indicherà i franchising compatibili

mercoledì 7 settembre 2011

Cosa si intende per comunicazione commerciale

Prospetto riassuntivo

Strumenti di comunicazione commerciale nel punto vendita.

1)la pubblicità
2)la promozione – vendite
3)la vetrina
4)gli addetti alla vendita

La pubblicità ha lo scopo di informare e orientare il consumatore fuori e lontano dal punto vendita..
La vetrina è un po’ un biglietto da visita del p.v. e su di essa si basa buona parte dell’impressione e del giudizio che la gente fa. In effetti la vetrina contribuisce a comunicare l’esistenza e l’immagine del punto vendita. Le vetrine vanno programmate, gestite e impostate dalle stesse persone che si occupano di visual visual merchandising. Una vetrina è efficace se è funzionale per il personale di vendita, perciò deve essere pratica e facilmente accessibile per prelevare prodotti esposti e deve inoltre essere facilmente rinnovata.

Per essere efficace una vetrina deve possedere sei requisiti fondamentali:

 esposizione con un’esposizione chiara e non sovraccarica di prodotti
 univocità si ottiene aggregando prodotti aventi una destinazione d’uso analoga
 minimalità si ottiene riducendo al minimo gli elementi decorativi superflui
 originalità è un messaggio che mette in evidenza in che cosa il p.v. si differenzia dagli altri
 attenzione non è solo un fatto estetico o igienico,ma è un fattore determinante di immagine
 diversità va intesa nel senso di rinnovo continuo,periodico e nella varietà dei prodotti esposti.

martedì 6 settembre 2011

Mi può dire cosa effettivamente signfica obbligo di formazione da parte dell'affiliante?

La formazione è una metodologia di trasmissione nel senso più lato della parola che si articola attraverso l'apprendimento.
La formazione è un'attività finalizzata prioritariamente a produrre apprendimento; è quindi un processo organizzativo che si intreccia con il più ampio e articolato processo di gestione delle persone che operano in una organizzazione.
L'organizzazione, qualsiasi essa sia, apprende tramite i suoi attori gli attori sono uomini.
Fondamentale per le aziende orientate al consumatore, investire sempre più tempo nelle attività di formazione affinché tutte le conoscenze siano trasferite in modo appropriato.
L'obiettivo della formazione è quindi il sapere, in termini diffusione, obiettivo oggi perseguito con un'attività sempre più continua ed organizzata perché le organizzazioni hanno sempre più bisogno, come abbiamo già sottolineato, di migliorare il proprio livello di competenza e di trasferire tecniche e conoscenze.
Se un tempo, anche non lontano, era possibile tenere separati il momento dell'apprendimento, la scuola, da quello del lavoro, il punto vendita, l'ufficio, la professione, quasi fossero due momenti complementari ma non essenziali tra di loro.
Questo significa che, anche durante la vita di lavoro, non si può smettere di continuare ad imparare.
Oggi e ancor più domani i tempi dell'apprendere e del lavorare non possono più restare separati ma in parte si devono sovrapporsi.
Uno dei compiti principali delle organizzazioni e condividere appieno le tecniche applicate per tutte le fasi di gestione e organizzazione dei loro progetti.
Per la sopravvivenza dell'organizzazione occorre altresì che le competenze rimangano e si rinnovino all'interno della stessa, anche quando le persone cambiano; la formazione è quindi un'attività, a differenza di altre leve quali il ruolo dei capi, la comunicazione interna, le modalità di lavoro, ecc. finalizzata prioritariamente e strategicamente a distribuire apprendimento nell'organizzazione, creando, a questo riguardo, occasioni e luoghi favorevoli alla relazione, allo scambio, al confronto, allo studio.

I campi di intervento della formazione applicate alle tecniche di gestione e organizzazione riguardano innanzi tutto i contenuti del saper fare, in genere proposti nei programmi di inserimento per i neoassunti e in quelli di qualificazione, riqualificazione o riconversione professionale per le persone già inserite; l'obiettivo è di trasferire sia conoscenze sia abilità o capacità che prima non avevano.

lunedì 5 settembre 2011

Che cos'è il visual merchandising?


Nell’ambito della disc il Visual merchandising è la scienza che ha come obiettivo la gestione dell’immagine del negozio capace di orientare ed influenzare le scelte del consumatore, con l’obiettivo di incrementare le vendite.

Attraverso il Visual merchandising si può creare una metodologia di presentazione del prodotto intesa come tecnica di condizionamento nel processo di decisione d’acquisto.

L’obiettivo fondamentale del Visual merchandising è di creare attraverso un corretto uso degli strumenti espositivi, strutture, comunicazione ed illuminazione, un ambiente dove il cliente si trovi totalmente a suo agio e nelle condizioni ideali per prendere decisioni d’acquisto.

Gli studi più recenti di neuromarketing confermano una teoria avanzata già negli anni 80 da alcuni studiosi americani:
“Le scelte dei consumatori nel 90% dei casi sono dettati dallo inconscio”.

L’acquisto è dettato da fattori inconsci ed emozionali e come tale deve essere stimolato.

In questa situazione risulta chiaro che il punto vendita del futuro deve essere il fulcro ove ruota tutta l’attività commerciale delle aziende retail.
Il punto vendita dovrà essere concepito come primo anello del valore, rappresentando il punto fondamentale di raccordo tra le dinamiche della domanda e dell’offerta.
In questa prospettiva le aree di vendita si dovranno trasformare in veri e propri gestori dei sensi e condizionatori delle tendenze attraverso i quali il consumatore si ritrova e vuole immedesimare il proprio stile di vita, in pratica esso acquista non perché l’esigenza glielo impone bensì perché quell’acquisto lo fa sentire gratificato.

L’elemento essenziale, non sarà più il prodotto oppure il prezzo ma ciò che questo concetto implica, l’ampiezza della proposta la rapidità nell’offrire al cliente quello che desidera e soprattutto la capacità di gratificare le sue emozioni.
Risulterà determinante quindi, per gli esperti di retail management disporre da un lato disporre di format capaci di generare emozioni poli sensoriali dell’individuo: musica, materiali, profumazioni, colori sapori, dall’altro disporre di visual merchandaiser preparati che studiano sempre di più il comportamento del consumatore col fine di condizionarne le scelte.
Il visual merchandising nel futuro diventerà sempre più un’esperienza poli sensoriale soprattutto qui in Europa, sarà sempre di più base di studio per creare concept forti capaci di prestare attenzione a tutte le sfaccettature che la vendita specializzata implica.

domenica 4 settembre 2011

Che cos'è il retail?

Il retail è distribuire in modo specialistico attraverso una rete organizzata di punti vendita riconoscibile per metodi di presentazione e univocità dell’offerta.
La funzione logistica delle aziende retail consiste nel rendere disponibili le merci nei luoghi, nei tempi e con le modalità preferite dai consumatori.
In altre parole, è il commercio specializzato che rende accessibile al consumatore la produzione industriale.
Il prodotto finito dell’azienda diventa in atri termini “accessibile al consumatore” aggiungendo il servizio commerciale.
La quantità di servizio necessaria per collegare produzione e consumo dipende dall’organizzazione e dal grado di specializzazione delle aziende che hanno deciso di competere su questa determinata area di servizio.
Beni e servizi commerciali sono acquistati congiuntamente dal consumatore che peraltro non riesce a scindere il valore degli uni dagli altri.
Le aziende commerciali non svolgono però solo un ruolo logistico perché il rapporto tra merce è servizio non è scontato ma costruito sulla base di conoscenze specifiche.
I consumatori non vogliono acquistare semplicemente la merce proposta e, di conseguenza le aziende commerciali hanno come compito primario quello di differenziare l’offerta per soddisfare al meglio diversi segmenti di domanda.
Il servizio commerciale è molte volte intangibile e pertanto le professionalità ad esso collegato vengono difficilmente percepite.
Chiaramente la specializzazione e la diffusione del know how permettono alle organizzazioni di costruire un vantaggio competitivo notevole nel tempo.
La vera difficoltà odierna è quella che pur influendo sul comportamento di acquisto del consumatore in modo determinante riesce difficile da trasmettere e applicare in modo univoco da parte di tutti gli attori che intervengono nel mondo della filiera distributiva.
Il rapporto tra merce e servizio non è infatti fisso ma articolato per quantità e qualità.
Al servizio logistico fondamentale si aggiungono dunque numerosi servizi accessori che determinano le modalità secondo cui il consumatore si può approvvigionare dei beni. La differenziazione dell’offerta riguarda dunque innanzitutto la tipologia e l’entità dei servizi elementari; su questa base, le aziende commerciali possono essere aggregate in forme distributive che rappresentano altrettanti settori con caratteristiche specifiche sia per la domanda cui si rivolgono che per la tecnologia produttiva.
E’ fondamentale stabilire che la differenziazione che assegna il punto vendita a una specifica attività che ha come obiettivo primario quello di attuare una differenziazione competitiva.
Non si tratta cioè di una differenziazione perseguita per sottrarre clienti ai competitors, ma di una scelta del segmento di domanda da soddisfare e quindi di una scelta del settore distributivo in cui operare.
Con questo non intendiamo certo sostenere che, per esempio, l’ipermercato e il punto vendita specializzato si rivolgono a consumatori diversi, ovvero che le due alternative non siano tra di loro sostituibili.
Esiste però una notevole integrazione degli acquisti che anzi implica, come vedremo, specifiche problematiche della manovra delle leve di marketing, visual merchandising e marketing retail.
Insomma, la clientela delle varie forme distributive e sostanzialmente diversa, ma non con riferimento all’identità dei consumatori.
Lo stesso consumatore esprime esigenze diverse quando si reca all’ipermercato piuttosto che al negozio tradizionale e, dunque, appartiene a diversi segmenti di clientela a seconda delle esigenze d’acquisto espresse con la scelta del punto vendita.

sabato 3 settembre 2011

Quali sono le attività principali da svolgere in un negozio oltre a quelle di vendita?

Manutenzione del negozio, consistente in:

pulizia della pavimentazione
pulizia dei componenti di arredo
pulizia cassa e computer in dotazione
pulizia specchi
pulizia spogliatoi
pulizia servizi igienici
controllo settimanale dei materiali di consumo
controllo mensile delle componenti elettroniche e meccaniche
organizzazione deposito
Vetrinistica, consistente in:
pulizia interna ed esterna vetrina
esposizione dei capi e allestimento delle vetrine come da comunicazione aziendale
gestire il prodotto

venerdì 2 settembre 2011

Che cos'è il lay out e come viene trasmesso all'affiliato?

Il lay out delle attrezzature predispone il percorso interno del punto vendita con il relativo uso delle attrezzature.
Gli arredi sono progettati in esclusiva per i punti vendita e costituiscono un elemento identificativo e di differenziazione rispetto ad altre realtà commerciali garantendo efficacia espositiva e flessibilità gestionale.
Le attrezzature servono a creare i percorsi di vendita.
Gli elementi che assolvono a questa funzione sono la cassa, il retro cassa, le gondole l’uso dei display la zona di entrata e il frontale del negozio.
Vengono messe inoltre a disposizione “online” per affiliato informazioni periodiche riguardanti l’allestimento di vetrine, i criteri espositivi per l’utilizzo ottimale di tutto il materiale di visual communication e fornita consulenza in loco da parte dello staff di visual merchandising.
In un manuale operativo inoltre è fondamentale dare all’affiliato tutte le indicazioni riguardanti il lay out esterno del negozio e quindi l’uso dei manichini dei supporti vetrina, dei porta prezzi e di tutti gli elementi che usiamo nella comunicazione esterna al negozio.

giovedì 1 settembre 2011

Ritiene importante investire nel format di un punto vendita e quali elementi lo caratterizzano?

Per affrontare problematiche relative al mondo del retail, come ad esempio il visual merchandising, la formazione del personale o la pianificazione di un programma di vetrine, è sempre importante dimostrare la validità di concetti teorici attraverso esempi reali e concreti di applicazione sul punto vendita.
Fondamentale è la capacità di valutare il valore aggiunto e capitalizzare i benefici che i nostri investimenti retail avranno sviluppato.
Questo significa che, un allestimento visual può essere definito vincente se contribuisce a migliorare l’immagine del negozio e al tempo stesso incrementare le vendite sulla stagione precedente del 20%.
Il successo di un punto vendita dipende però da scelte strategiche effettuate molto prima, ossia dalla fase “Hardware”.
La selezione e la scelta della location adeguata, dell’arredamento e del sistema espositivo, la definizione del lay-out diventano valutazioni fondamentali per la creazione di un ambiente di vendita vincente.
A questo punto il nostro suggerimento è di consultare e confrontarsi con specialisti del settore in grado di fornire progetti in linea con la vostra immagine, la vostra impostazione merceologica ed il “budget” a disposizione.
La scelta della linea di arredo prescinde dall’analisi di alcuni presupposti fondamentali, come ad esempio la tipologia di prodotto che si vende, la quantità di merce da esporre, il tipo di illuminazione o la colorazione dei muri di fondo. Potremo così valutare quale sistema espositivo sarà più idoneo alle nostre esigenze.

Allestimento perimetrale

In base alla tipologia di merce dovremo prevedere la scelta di moduli espositivi dall’immagine più o meno raffinata. Abbiamo ormai la possibilità di accedere ad una vastissima gamma di prodotti, sia in termini di misure, che di passo ed infine anche di materiali e colorazioni. La parete perimetrale ha caratteristiche di flessibilità uniche nella gestione dell’esposizione, i materiali con cui è realizzata possono essere lavorati a seconda delle esigenze d budget del ma soprattutto impreziositi tramite lavorazioni particolari (VERNICIATURE; LAMINATURE).
La capacità espositiva di una parete da un metro lineare alta 2,5 metri è di circa 30 capi di abbigliamento, 5 accessori (zainetti,calze,cappellini) e 2 calzature.

Un’ottima alternativa è il sistema a cremagliera, sempre più utilizzato nel settore sportware e moda.
Esso permette di allestire pareti in modo semplice, lineare e facilmente leggibile dal consumatore finale.
Le cremagliere possono essere ben visibili, oppure affogate all’interno della parete, così da passare inosservate.
Anch’esse prevedono un range di accessori di complemento come: barre frontali dritte, barre frontali inclinate, barre laterali, mensole per il piegato, mensole per le calzature, accessori per cappellini, per palloni ecc.
La capacità espositiva di un metro è di circa 20/25 capi di abbigliamento 3 accessori (zainetti, calze, cappellini) e 2 calzature.

SISTEMA A ISOLE ESPOSITIVE

La soluzione espositiva sempre più utilizzata riguarda moduli di arredo non più applicati al muro perimetrale attraverso pannelli o pareti, ma strutture single che fungono da “isole espositive” a parete, spesso anche distanziate dal muro stesso. La colorazione o il rivestimento del muro di fondo gioca un ruolo fondamentale nel creare un’ambientazione adeguata.
In genere questo tipo di soluzione permette di creare proposte espositive per tema, colore e tipologia di prodotto.
L’esposizione laterale è la più utilizzata sia per motivi di maggiore capacità espositiva, sia per sfruttare la possibilità di “scorrere” in rassegna tutti i capi esposti in modo agevole.


SISTEMA A BOCCOLE
Sempre più aziende produttrici di arredamento offrono sistemi a boccole in particolare per l’esposizione di capi frontali, ma soprattutto per presentare accessori e calzature sulle apposite mensole.

Per quanto riguarda la scelta del pavimento suggeriamo di effettuare due riflessioni.
La prima riguarda la previsione di calpestabilità. E’ necessario prevedere il grado di usura e resistenza della superficie calpestabile optando per materiali idonei.
La seconda è relativa ad una scelta di immagine e in merito a ciò la tendenza di mercato è orientata verso le seguenti opzioni:
Per un “concept store di tendenza” Obiettivo: armonizzare l’ambiente, conferire luminosità, modernità ma anche calore.
Tipologie più diffuse di pavimentazione:

pietra artificiale dai toni caldi e naturali (posa in blocchi visibili e non)
pietra di marmo marrone
ceramiche lucide, spesso realizzate in tinte scure effetto titanio oppure con texture effetto pietra naturale
resina effetto cemento naturale oppure colorata. La resistenza non è ottimale
laminato (effetto legno)
laminato in maxi formato, in questo caso la pavimentazione si percepisce come un unico piano, con poche linee di giunzione
listoni in legno (spesso in taglio industriale).


E’ utile ricordare che una delle tendenze, prevalentemente per i corner all’interno dei centri commerciali, ora è di contrassegnare i percorsi con l’uso di differenti pavimentazioni realizzate con materiali diversi.
ILLUMINAZIONE


L’illuminazione soffusa o altamente diffusa rappresenta uno degli elementi essenziali nella determinazione di una strategia di vendita e di visual merchandising.

E’ indispensabile tenere presente che l’impianto di illuminotecnica di un punto vendita si associa in modo irreversibile alla tipologia strutturale adottata per i controsoffitti.
Concepì di tendenza: lavorare sui contrasti. Luce diretta e luce indiretta, luce d’accento e luce diffusa.

Una delle tendenze più attuali è di proporre veri e propri supporti illuminanti come alternative al controsoffitto.

Effetto di concentrazione della luce su una particolare area o focus su alcuni dettagli:
sistema composto da casseforti in metallo verniciato componibili e sospese con cavetti in acciaio. Le piastre di supporto sono spesso in alluminio anodizzato. La scelta delle lampade rispecchia le esigenze del cliente.
Effetto luce morbida ed omogenea
Piastre con punti luce multipli da incassare nel controsoffitto, in policarbonato e lampade fluorescenti;
Faretti ad incasso con lampade fluorescenti a lunga durata e basso consumo e ari ioduro metallici.

Realizzare luci d’accento (utilizzati maggiormente negli ambienti vetrina)
-Faretti ad incasso fisso, ideali per illuminare vetrine espositive, con ottica in acrilico
trasparente e orientabili di 45°;
Faretti con lampade alogene a soffitto e riflettori per realizzare zone più chiare e zone più scure ( concetto-luce utilizzato soprattutto all’interno di grandi spazi commerciali per identificare i percorsi o orientare l’attenzione sulle zone limitrofe dove la merce viene esposta).
Ambientazione

La creazione di un ambiente di vendita di successo si ottiene attraverso:

1. Un'appropriata tecnica di illuminazione, della temperatura, delle immagini, della musica e della comunicazione
2.razionale gestione degli spazi nel punto vendita
3.corretto uso delle strutture espositive
4.Classificazione delle merci per destinazione, pacchetto colore o stile


Per fare un buon visual merchandising è utile vedere e giudicare il nostro punto vendita come se fossimo noi il cliente e quindi:

- prima dal di fuori attraverso l’insegna – la vetrina – e l’impressione del suo interno.

- poi dalla vetrina attraverso e i punti focali interni si passa alla zona di decompressione e ciò che comunica.


- e quindi da dentro attraverso l’organizzazione dello spazio di vendita – le aggregazioni merceologiche – le attrezzature di vendita, i percorsi e la circolazione che essi inducono.